Piera Parisi sul set di 007

UNA LADY CHEF LUCANA SUL SET DI JAMES BOND

Piera Parisi, delegata regione Basilicata Ristoworld Italy, ha ospitato nella struttura di famiglia a Matera la produzione dell’ultimo film con protagonista l’iconico ex 007 interpretato da Daniel Craig, “No time to die”, e ha partecipato alle riprese come comparsa


Una lady chef lucana d’adozione (ma pugliese di origine) sulle orme di James Bond nella suggestiva cornice dei Sassi di Matera in “No time to die”, l’ultimo film con protagonista l’iconico (ormai ex dopo Spectre) 007 di Sua Maestà interpretato da Daniel Craig, che sarebbe dovuto uscire nel 2020 ma, causa Covid, è stato rimandato a quest’anno. 
Il film è stato girato proprio a Matera (tre mesi di riprese in cui la città è stata bloccata e i locali sono stati chiusi, ma rimborsati) dove la 41enne Piera Parisi, con la famiglia del marito Marco materano doc (“la mia roccia, che mi ha sempre sorretto e spronato anche nei momenti di scoramento”), gestisce Sax Barisano, una struttura multifunzionale nel rione Sassi con una residenza, un bar, un piccolo ristorante (con 40 posti a sedere) e una galleria d’arte. 
“Una struttura multifunzionale – spiega Piera Parisi - ma soprattutto familiare, perché per noi il senso dell’ospitalità è fare sentire a casa chi ci viene a trovare”.
Piera Parisi non ha ospitato direttamente il protagonista Daniel Craig, per il quale la produzione – come avviene solitamente per le star - aveva preso in affitto una villa privata nella periferia, tra Matera e Montescaglioso, ma ha ospitato il primo dei registi del film, Danny Boyle (in seguito sostituito da Cary Fukunaga a causa divergenze con la stessa produzione) e una truccatrice.
Un’esperienza resa possibile grazie a una collaborazione nata una quindicina di anni fa con Cinecittà, in occasione del film “The Passion” con Mel Gibson, girato sempre tra i Sassi di Matera (dove all’epoca quella dei suoceri della chef era una delle prime strutture ricettive nel circuito dei Sassi). 
“Da allora – racconta Piera Parisi - si è aperto un “mondo”, poiché le grandi produzioni Usa quando devono girare in Italia si appoggiano a Cinecittà: siamo diventati così un po’ il punto di riferimento anche di varie fiction che si sono girate nella nostra città, come ad esempio “Sorelle”.
Ma questa volta l’esperienza è stata ancora di più una full immersion: Piera Parisi è stata infatti scelta come comparsa nel film. 
“Le comparse – racconta – erano più di 1.800, non tutte del luogo: c’erano quelle professionali arrivate da Roma e poi molte prese tra la Puglia e la Basilicata. Mi hanno chiesto se volevo fare i provini come comparsa e io ho accettato, visto che la scena in questione sarebbe stata girata in alcuni giorni in cui non potevamo neanche stare all’interno della nostra struttura per esigenze di scena. Sono allora andata a fare questi provini, mai pensando che mi prendessero, e invece sono stata contattata: la mia comparsa è durata tre giorni in una delle scene del film che sarà una processione di Pasqua nei Sassi. E’ stata più dura di una giornata di lavoro: la processione è stata girata nella parte più vecchia dei Sassi, ma poiché per il film si trattava della processione di Pasqua, le donne erano tutte ben vestite e con dei tacchi altissimi: e continuare a percorrere una rampa di scale per 12 ore al giorno, ripetendo sempre la stessa scena, con i tacchi altissimi, alla fine non riuscivo neanche più a indossare le scarpe da cucina. Allora ho detto: “fu e non sarà mai più”. Fare la comparsa non è infatti una passeggiata, è stata durissima. Però anche un’esperienza veramente bella”, pur se “più faticosa, secondo me, che fare la chef, senza dubbio”.
Tra gli aneddoti rimasti impressi nella mente della lady chef, tra le altre cose Ambasciatrice lucana nel mondo 2019, l’episodio in cui Daniel Craig si è fatto male: “Preciso che il film in gran parte è stato girato dalla controfigura. Le scene dove invece c’è stato l’attore protagonista sono state poche ed erano soprattutto quelle con i primi piano. Dal cuore dei Sassi per raggiungere il Duomo c’è una rampa di scale lunghissima e in una scena questa rampa di scale è stata mascherata con una pedana effetto tufo che desse lo stesso effetto della pietra naturale. In questa scena la controfigura a bordo di una moto sale, prende la rincorsa su questa rampa e salta direttamente sul piazzale del Duomo. La prima parte di questa salita era girata con Craig, e lì lui è caduto dalla moto”.
E poi tanti dietro le quinte: “Il lancio dal ponte della Gravina fa venire i brividi. Ma è meraviglioso vedere tante macchine uguali che vengono distrutte e ricomposte come se fossero dei Lego. E poi la scoperta che per togliere dalla strada le strisciate provocate dalle sgommate di auto o moto usano quintali di Coca Cola. All’interno del nostro locale avevamo delle botti da 50 litri l’una, portate dalla produzione al loro arrivo, e quella Coca Cola serviva per pulire la strada prima di ripetere le scene”.
Tanti i ricordi, fino alla cena privata organizzata nel suo ristorante con i registi del film. E cosa piaceva loro? “La cucina tipica: le polpette di pane, i cavatelli con le braciole, l’agnello con le patate arrosto. I nostri piatti poveri, insomma, perché loro cercano la semplicità. E amano molto la cucina italiana, soprattutto quella di una volta”.
Insomma, un’esperienza che si aggiunge alle altre, tra cui quella di avere fatto parte – come componente della Federazione italiana cuochi - del team che ha cucinato per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte e Vittorio Sgarbi in occasione della premiazione di Matera 2019 Capitale della cultura e del team che ha cucinato per la cena di gala per i 50 anni di carriera di Katia Ricciarelli e per Sanremo in Vetrina in occasione del Festival di Sanremo 2020. 
Eppure, da ragazzina Piera Parisi aveva altri progetti professionali: “Io sono diplomata sia in flauto traverso al conservatorio sia all’alberghiero. Lavoravo nei ristoranti, ma la sera continuavo a fare la musicista che era quello che volevo realmente fare. Ma mio papà diceva sempre: “Non mangerai sempre pane e canzoni”. Venendo quindi da una famiglia dove la nonna e la mamma facevano tutto a casa - la pasta fresca, le focacce, il pane, i dolci, i biscotti – avevo comunque scelto l’alberghiero, perché così avrei fatto qualcosa che mi piaceva e un domani mi sarebbe rimasto un mestiere. Sono riuscita a conciliare entrambe le cose finché non sono diventata mamma (ho due figli di 14 e 6 anni), ma da circa 15 anni mi sono dedicata totalmente alla struttura e quindi ho dovuto mettere da parte il mondo della musica. Il lavoro da chef mi ha comunque portato a conoscere il mondo artistico, perché attraverso la galleria d’arte abbiamo sempre ospitato concertisti, scultori, pittori, fotografi da tutto il mondo. Si è aggiunta poi la fortuna di potere conoscere o collaborare con il mondo del cinema, quindi ho avuto contatti con il mondo artistico sotto tante forme e sfumature diverse”. Tanto che la passione vera per i fornelli – ammette Piera Parisi - è subentrata “quando ho trovato la parte artistica nella cucina: allora mi sono lanciata in gare di competizione con la Federazione italiana cuochi e in corsi di aggiornamento”. 
I suoi piatti forti sono quelli della tradizione familiare: “Alla base lavoro la pasta fresca e la panificazione. I piatti forti? I primi e i secondi di pesce, pur essendo questa una zona di carne. In realtà, però, col passare degli anni, con i corsi e l’esperienza, si impara a fare tutto. Mi piacciono tuttavia tanto i primi, la pasta fresca e il mondo della panificazione, insomma tutto quello che deve nascere da un impasto”. Insomma, una creazione artistica.

M. A. B.

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